Quattro pensieri e una riflessione sulla comunicazione di business nati dalla lettura di Tu che mi guardi, tu che mi racconti, di Adriana Cavarero.
Tu che mi guardi, tu che mi racconti parla della narrazione come elemento costitutivo dell’identità, del suo valore ontologico, volendo usare un termine filosofico. Chiama in causa Karen Blixen e Hannah Arendt, soprattutto. E parla di eroi, donne, amanti e narratrici: Edipo, Ulisse, la Sfinge, Alice Toklas e Gertrude Stein, Sheherazade, Euridice e Orfeo e molti altri. L'autrice, filosofa femminista, sviluppa un discorso ricco e sottile, dal quale estraggo quattro punti essenziali:
— La vita non è un disegno previsto, progettato, controllato: solo “la storia rivela il significato di ciò che altrimenti rimarrebbe una sequenza intollerabile di eventi”, come dice Hannah Arendt.
— Conoscere il racconto della mia storia è il solo modo che ho per conoscermi. Per questo la narrazione è fortemente connessa all’esistere.
— L’identità personale è determinata dalla relazione con gli altri. Solo un altro può rispondere alla domanda “io, chi sono?”.
— La vita desidera essere raccontata. E il narratore fa dono del racconto tanto a chi ascolta quanto ai protagonisti delle sue storie.
Pensando allo storytelling aziendale, ecco la mia riflessione. Quando le storie sono buone, comprendono e svelano l’impronta che l’impresa o il prodotto lascia dietro di sé, e riescono a farlo con poesia, bellezza e verità. Quando le storie sono così, costituiscono un formidabile strumento di relazione, con il mercato e con tutti gli stakeholder. Le storie buone sono propulsive: aiutano l’azienda a crescere, ne guidano i progetti, danno senso di appartenenza a chi ci lavora.
Quando invece le storie hanno l’obiettivo di promulgare piani e intenzioni, non convincono. L’esito è artificiale e si sente odore di manipolazione.
P.s.: se ti venisse voglia di leggerlo, il libro lo trovi solo in biblioteca, perché è fuori catalogo. Ed è un peccato. Adriana Cavarero, Tu che mi guardi, tu che mi racconti. Filosofia della narrazione, Feltrinelli editore, Collana Elementi, Milano 2005 (edizioni precedenti: 1997, 2001).
bianca maria biscione