Come non pensare a Escher, davanti alle scale mobili della scuola di Hogwarts e all'avvertimento di Percy Weasley "Tenete d'occhio le scale. A loro piace cambiare"? Ma dell’opera dell'olandese Maurits Cornelis Escher (1898-1972) troviamo tracce e influenze dappertutto: biglietti d'auguri, francobolli, scatole da regalo, piastrelle, copertine di dischi. Ha influenzato fumetti, pubblicità, tv e cinema. La passione da parte del pubblico per Escher è sempre grande e non accenna a diminuire: una vera e propria "Eschermania", anche in chiave pop.
Eppure, nonostante successo e creatività, Escher si sentiva solo. Maria Popova scrive di Escher tra creatività, solitudine e successo nel suo The Marginalian, nel recente M.C. Escher on Loneliness, Creativity, and How Rachel Carson Inspired His Art, with a Side of Bach.
Tra due mondi
Escher abitava due mondi e si sentiva estraneo in entrambi. Gli scienziati, pur con simpatia e interesse, lo consideravano un dilettante, mentre gli artisti erano spesso irritati dalla sua audacia grafica fuori da ogni schema. Di questa posizione, si lamentava con il figlio: “Continua a essere un fatto profondamente triste e per me fonte di disillusione che io abbia cominciato a parlare una lingua che solo pochi capiscono oggi. Questo non fa che aumentare sempre di più la mia solitudine”.
Ha trascorso la sua vita sopportando la solitudine prodotta dal dono di una mente rara che, per usare un concetto estraneo alla sua epoca, potremmo descrivere in qualche modo neurodivergente. Le sue geometrie che stravolgono la realtà, le stupefacenti tassellature e le sue piacevoli e snervanti sfide alla gravità, tra illusione ottica e sogno, sono segni distintivi della solitaria pazienza del lavoro creativo, che spesso lo faceva sentire un "miserabile fanatico", uno "sempre a caccia di enigmi", un “maniaco delle associazioni”.
Da solo in uno splendido giardino
Nell'introduzione al saggio sulla divisione regolare del piano del 1957, Escher scrive: “Cammino tutto solo in questo splendido giardino che non mi appartiene e il cui cancello è spalancato per chiunque; vivo qui in una solitudine rigenerante ma anche opprimente. Ecco perché da anni testimonio l'esistenza di questo luogo idilliaco... senza però aspettarmi l'arrivo di molti visitatori. Perché ciò che mi affascina e che io vivo come bellezza spesso è giudicato dagli altri noioso e arido”.
Aspettiamo intanto di fare un giro nello splendido giardino di Escher visitando la grande mostra (circa 200 opere) a lui dedicata che torna in Italia, più precisamente a Firenze, presso il Museo degli Innocenti, dal 20 ottobre 2022 al 26 marzo 2023.